Cy Twombly a Gaeta: il rifugio mediterraneo dell’inconscio pittorico
Autore: Redazione Drimmarte
Data: 24-04-2025
Argomento: News
Parole chiave: Cy Twombly, Espressionismo
Cy Twombly, uno dei più influenti artisti del Novecento, trovò a Gaeta un rifugio d’anima e di luce, una dimensione sospesa dove la pittura si fuse con la storia, il paesaggio e la mitologia. Giunto nella cittadina laziale negli anni Settanta, attratto dalla sua luce mediterranea e dalla stratificazione storica, Twombly acquistò una casa sulla collina, affacciata sul Mar Tirreno, trasformandola nel suo principale luogo di lavoro e meditazione fino alla morte nel 2011.
Nel silenzio di Gaeta nacquero alcune tra le sue opere più potenti: le serie dei Quattro Stagioni, i Bacchus, i grandi pannelli calligrafici e astratti che riecheggiano frammenti di poesia, richiami al mondo classico, e un'esplorazione gestuale del colore come traccia emotiva. Il suo studio, luminoso e semplice, era il prolungamento di un’interiorità creativa, dove la luce del sud Italia scolpiva ogni segno, ogni parola, ogni macchia.
Gaeta divenne per Twombly un punto di convergenza tra la memoria antica e l’atto contemporaneo del fare arte. La città, già celebrata da Cicerone, con il suo carico di simboli romani e greci, offriva un terreno fertile per le sue riflessioni pittoriche sul tempo, sul mito, sul linguaggio. Non un semplice esilio volontario, ma una scelta esistenziale: vivere e dipingere al margine del clamore, nella contemplazione di un presente eterno.
Oggi, la sua presenza aleggia ancora tra le vie e sul mare di Gaeta, e la sua casa-studio è testimone di una simbiosi rara tra luogo e opera. Un luogo dove la pittura ha saputo riconciliarsi con la lentezza, con la memoria e con l’invisibile.